Una persona che si è spinta a curare l’apparenza, piuttosto che l’essenza, una persona che sia portata prevalentemente a pensare, invece che sentire, che si rifugi nelle abitudini, anziché sviluppare la sua creatività, che insomma abbia accettato di farsi dirigere dalle mode, dall’opinione altrui, rinunciando alla ricerca del proprio nucleo profondo: questa persona ha molte probabilità di smarrire il senso del reale.
In tutte le società primitive e nella civiltà contadina questo pericolo era limitato dalla lotta per la sopravvivenza.
La fatica fisica, il confronto continuo con le leggi della natura, impedivano agli uomini di staccarsi dalla realtà. La realtà si presentava ogni giorno sotto forma di sforzi corporei per dominare gli elementi. Il bisogno Vitale di conoscere il mondo circostante, per ricavarne cibo e risorse, favoriva la formazione di un sapere pratico che, ad esempio gli consentiva di scegliere le erbe per curarsi o di trovare il posto migliore per insediare le case.
Nella società tecnologica il confronto con la realtà naturale è andato via via diminuendo e l’ambiente è diventato sempre più artificiale. La creatività è pressoché scomparsa. I procedimenti lavorativi odierni richiedono dipendenza passiva, vita sedentaria, in mobilità del corpo e ripetizione monotona dei gesti. Essendo diminuita la richiesta di movimento corporeo è aumentata invece la domanda di funzioni mentali. Per milioni di giovani la realtà diventa sempre più virtuale il mondo delle nuove generazioni si popola di immagini, disegni, di messaggi senza profondità e la vita diventa uno spettacolo da guardare in TV o al computer.
La quasi totalità dei bambini ignora completamente quale sia l’origine del cibo che mette in bocca, che trasforma un prodotto agricolo in quello che egli osserva negli scaffali di un supermercato. Tutto sembra facile. Ogni cosa si trova a portata di mano, è sufficiente desiderare, e come per un atto di magia l’oggetto del desiderio si materializza. In questo contesto Il giovane è scollegato dalla realtà sociale che lo circonda. Non ne conosce i modi di funzionamento e tanto meno le leggi gli obiettivi che lo governano, fin da piccolo egli entra nel ruolo del consumatore e, come è facile intuire non vorrà più separarsi da tale comoda posizione.
Nessuno è in grado di descrivere con precisione, attraverso quali misteriose vie questa forma di realtà si trasformi spesso in alienazione del proprio corpo.
Parallelamente un numero crescente di individui è scollegato dal sé corporeo. Innanzitutto, dice K. Durckheim:
La maggior parte della gente non vive nella propria pelle, ma dentro un velo di cellophane.
L’uomo che non è nella propria pelle e’ privo di respirazione.
Così la parola respirazione assume ogni giorno più importanza nel mio lavoro di “portatrice del buon contatto”.
Parliamo di una nuova forma di realtà sottile, latente, che impedisce a molte persone di percepirsi. Questo disturbo può provocare serie conseguenze sulla salute di chi, senza saperlo, ne è afflitto: ansia, panico, insonnia, depressione e numerose altre malattie di origine psicosomatica sono alimentate da questa mancanza di percezione.
Nella nostra cultura le parti del corpo meno sentite sono la schiena, il bacino e gli arti inferiori. Anche le braccia possono trovarsi in questa situazione, è come se l’individuo dal punto di vista propriocettivo si fosse ristretto alle zone necessarie per mangiare, pensare e provare le emozioni: il cranio e il petto.
Questo fenomeno sconcertante, che getta l’interessato nell’insicurezza, riguarda l’immagine corporea da lui costruita in modo inconscio. Il primo ricercatore a studiarla compiutamente fu Paul Schilder, uno psicanalista austriaco, contemporaneo di Freud, che la chiamò anche schema corporeo. Per comprendere bene l’importanza di questo disturbo psichico, occorre tener presente che la schiena costituisce simbolicamente un riparo, una difesa. È sufficiente pensare al guscio dentro il quale, al profilarsi di una minaccia, la tartaruga si ritira. La schiena e la zona del corpo che evoca valori legati alla sicurezza personale. Poter disporre di un muro alle nostre spalle ci dà la certezza che non saremo attaccati, allo stesso modo essere spalleggiati significa che la presenza di un alleato dietro di noi ci dà la sicurezza necessaria per spingerci in avanti, esenti dal pericoli dell’ ignoto, possiamo con minor timore occuparci degli obiettivi che si trovano di fronte a noi.
Quindi se un individuo non percepisce con chiarezza la propria schiena gli viene a mancare un elemento psichico fondamentale per il proprio equilibrio emozionale. Lo stesso vale per la parte inferiore del corpo. Piedi e gambe sono gli organi che ci consentono di avvicinarci e raggiungere i nostri obiettivi. Non sentirli, significa mancare di fondamenta. E come se fossimo staccati dal suolo, con la testa fra le nuvole, non abbiamo una base solida su cui appoggiarci. Ne consegue spesso un sentimento di confusione. Anziché avere delle idee precise su ciò che vogliamo veramente, diventiamo preda di un penoso disorientamento esistenziale. Lo stesso può essere detto a proposito delle braccia. Nel caso non siano attraversate da una sana corrente Vitale, esse diventano delle appendici delle spalle, disabitate, vuote di energia, non potranno svolgere il loro compito di intermediario tra noi stessi e il mondo esterno.
Molti tipi di massaggio sono in grado di portare un’unità allo schema corporeo di una persona. Si potrebbe dire che il massaggio lo nutre, lo riempie di corrente Vitals e lo fa rifiorire. All’inizio è come se l’immagine che la persona di sé fosse scucita. Immaginate una stoffa patchwork priva di molti tasselli. Questa parola inglese significa mescolanza di cose eterogenee e confuse, irregolari, rende bene l’idea di uno schema corporeo frammentario e inefficiente. Colui che si trova in questa situazione, è portato a sentire che qualcosa non va nella sua vita, ci sono difficoltà ad origine ignota che lo fanno sentire inferiore alle persone normali. E’ sicuramente una situazione molto penosa, ma facilmente risolvibile mediante il massaggio, che ha la proprietà di ricucire insieme i pezzi staccati e di portarli a comporre un tutt’uno armonioso, che permetterà alla persona di uscire ragionevolmente presto dalla sua difficoltà. Uno dei compiti più importanti della società, quando essa deciderà di umanizzarsi, sarà quello di perfezionare lo schema corporeo di tutti i suoi componenti, affinché ciascuno di essi sappia distinguere senza equivoci ciò che è virtuale da ciò che è reale.
Se il massaggio diventasse parte di una cultura internazionale, molti gravi disagi sociali diminuirebbero drasticamente.
